Ben ritrovato pubblico di lettori! Eccoci con un argomento fresco fresco riguardante il mondo digitale: il Piano Triennale per l’Informatica 2024-2026.
Cos’è? Non è altro che uno strumento utile a promuovere la trasformazione digitale dell’intera nazione. Il suo focus è diretto alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana.
Cosa significa questo? Che questo piano tenderà a rendere l’Italia (e gli italiani) più abili nell’utilizzo dei mezzi informatici. Si andrà a promuovere, quindi, la trasformazione digitale in vari settori: dall’istruzione alla sanità, dall’industria alla Pubblica Amministrazione più in generale.
Come avverrà? Attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, formazione di risorse umane qualificate e incentivazione della collaborazione tra settore pubblico e privato. D’altronde, il piano mira a potenziare l’infrastruttura digitale del Paese, migliorare l’accesso ai servizi online e favorire la crescita economica.
Perché interessa agli imprenditori? Si prevede che il Nuovo Piano Triennale possa portare a un aumento della competitività delle imprese italiane, oltre che a una maggiore efficienza nei servizi pubblici e ad un migliore inserimento dell’Italia nell’economia digitale globale.
Sì, lo sappiamo. Abbiamo premesso un sacco di cose interessanti.
Ma tranquillo, ora andiamo a vederle più da vicino…
Il Nuovo Piano Triennale per l’Informatica (NPTI), in Italia, nasce come risposta all’esigenza di novità in ambito digitale.
La sua “genesi”, infatti, è stata influenzata da diversi fattori: il rapido avanzamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la crescente importanza dell’economia digitale e la necessità di modernizzare l’infrastruttura tecnologica italiana.
E quindi il governo cosa ha fatto? Ha riunito esperti del settore, rappresentanti del mondo accademico, imprenditori e rappresentanti di istituzioni al fine di identificare le priorità del paese, così da capire quali erano le strategie utili per promuovere l’informatica e l’innovazione digitale sul territorio nazionale.
Il Nuovo Piano Triennale per l’Informatica nasce, quindi, attraverso un processo partecipativo che ha coinvolto la sinergia di più stakeholder chiave. Esperti che hanno gestito l’elaborazione di proposte concrete per risolvere le principali criticità in essere e individuato opportunità nel campo dell’informatica.
Tra le principali fonti di ispirazione e orientamento per il piano vi sono state le direttive e le raccomandazioni dell’Unione Europea in materia di digitalizzazione e innovazione tecnologica, nonché le migliori pratiche adottate da altri paesi che hanno dimostrato successo nel promuovere lo sviluppo dell’informatica e dell’economia digitale.
Una volta elaborato, il piano è stato presentato, approvato e pubblicato dal governo italiano, che ha avviato la sua implementazione attraverso una serie di misure e programmi volti a tradurre in realtà gli obiettivi e le strategie delineate nel documento.
Bene, ora è chiaro come è nato il piano. Adesso andiamo a vedere com’è fatto.
Arrivando al succo del discorso, quindi, cosa contiene di bello questo Nuovo Piano Triennale per l’Informatica? Com’è fatto?
Beh, prima di tutto il piano è formato da una struttura ben precisa:
Ogni sezione contiene preziosi consigli per affrontare al meglio la digitalizzazione italiana. Ogni suggerimento, a sua volta, è accompagnato da delle indicazioni ben precise, così da rendere il consiglio stesso realtà.
Poteva forse l’AI (intelligenza artificiale), non essere presa in causa nel Nuovo Piano Triennale per l’Informatica?
L’intelligenza artificiale (AI) è LA LEVA per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del paese! Il piano riconosce il potenziale trasformativo dell’intelligenza artificiale in vari settori e mira a promuoverne l’adozione e l’implementazione in modo strategico e responsabile.
Sì, responsabile. Perché vi sono mansioni e compiti che richiedono necessariamente l’intervento attento dell’occhio umano. L’AI inoltre può portare, chi la utilizza, a “spingersi” troppo con il suo utilizzo, arrivando a compiere azioni non proprio etiche (e a volte al limite con la legalità).
Una delle principali iniziative del piano è il finanziamento di progetti di ricerca e l’istituzione di centri di eccellenza dedicati all’AI, che possono contribuire alla creazione di nuove tecnologie e all’avanzamento della conoscenza nel settore.
Inoltre, il piano incoraggia la collaborazione tra settore pubblico e privato per sviluppare e implementare soluzioni basate sull’AI che possono migliorare l’efficienza operativa, stimolare l’innovazione e aumentare la competitività delle imprese italiane sul mercato globale.
Ma non solo, una parte significativa del piano ha l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini, ottimizzando i processi decisionali e aumentando l’efficienza della pubblica amministrazione grazie alle tecnologie basate sull’AI.
Un’altra componente essenziale del piano è la promozione di un approccio etico e responsabile all’uso dell’intelligenza artificiale, che tenga conto delle implicazioni sociali, etiche e legali delle tecnologie basate sull’AI. Ciò include l’adozione di linee guida e regolamenti per garantire la trasparenza, l’equità e la non discriminazione.
Ebbene sì, PNRR e il Nuovo Piano Triennale per l’Informatica vanno a braccetto!
Il Nuovo Piano Triennale per l’Informatica e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono entrambi iniziative cruciali per lo sviluppo e la modernizzazione dell’Italia nell’era digitale e se sei a capo di una PMI non puoi ignorarli!
I punti in comune di entrambi? Tutti e due si concentrano sulla digitalizzazione dell’economia nella società italiana. Il NPTI mira a promuovere l’innovazione e l’adozione delle tecnologie dell’informatica e allo stesso modo, il PNRR, include investimenti significativi nel settore digitale.
In secondo luogo, entrambi i piani pongono un’enfasi particolare sulla cybersecurity e sulla protezione dei dati. Il NPTI prevede l’implementazione di misure di sicurezza informatica. Analogamente, il PNRR, include investimenti per rafforzare la cybersecurity e proteggere le infrastrutture digitali chiave.
Entrambi i piani incoraggiano la collaborazione tra settore pubblico e privato. Il NPTI incoraggia la condivisione di conoscenze e risorse tra enti governativi, imprese private e istituti accademici, mentre il PNRR prevede partenariati pubblico-privato per la realizzazione di progetti di digitalizzazione.
Infine, entrambi i piani mirano a promuovere l’inclusione digitale e a ridurre il digital divide (divario digitale) all’interno della società italiana.
Ok, se sei a capo di una PMI probabilmente ti starai chiedendo: e io cosa ci guadagno da questo NPTI?
Domanda intelligente.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono la chiave di volta nell’economia del paese, pertanto è essenziale che comprendano le opportunità e le implicazioni del NPTI per il loro settore.
Va da sé, che se il NPTI è stato progettato per favorire l’innovazione e la competitività nel campo dell’informatica, le PMI possono ottenere delle migliorie dalle tecnologie digitali avanzate, come appunto l’intelligenza artificiale, la blockchain e molto altro ancora.
Le imprese che riescono ad adattarsi e ad abbracciare queste tecnologie potrebbero godere di vantaggi significativi in termini di efficienza operativa, qualità dei prodotti/servizi e accesso a nuovi mercati.
Pensa al tuo sito (se non ne hai uno provvedi subito) e immaginalo con un numero di visualizzazioni sempre più alto. Con articoli e contenuti al suo interno sempre più performanti e avvincenti per il pubblico. Poi pensa alla possibilità di integrare un e-commerce e a farlo conoscere anche all’estero, così da ampliare il tuo bacino di utenti. Ecco, in tutta questa “fantasia” è racchiusa la realtà che potresti raggiungere se sfrutti al massimo quanto previsto dal NPTI!
Tutto questo può avvenire perché il NPTI prevede investimenti pubblici mirati come agevolazioni fiscali, incentivi finanziari e programmi di formazione specifici. Le PMI dovrebbero essere pronte a sfruttare queste opportunità per migliorare la propria infrastruttura tecnologica e le proprie competenze digitali.
Inoltre, le PMI devono considerare l’importanza della cybersecurity nel contesto del NPTI. Con l’aumento delle minacce informatiche, è bene che le imprese adottino misure adeguate per proteggere i propri dati e sistemi.
Il Nuovo Piano Triennale per l’Informatica riconosce il valore dell’unione di forze e competenze per affrontare le sfide e cogliere le opportunità nel contesto digitale.
Hai mai pensato ad una sinergia tra PMI amiche? La partecipazione a reti di imprese e consorzi, consente alle PMI di ampliare la propria portata e l’accesso ai mercati!
Ad esempio, collaborare con altre aziende all’interno di una rete può facilitare l’accesso a catene di approvvigionamento più ampie o consentire la partecipazione a gare d’appalto che altrimenti sarebbero fuori dalla portata di una singola impresa.
In secondo luogo, unendo le risorse finanziarie e umane di più imprese, si possono affrontare progetti di ricerca e sviluppo più ambiziosi e complessi. Inoltre, la diversità di prospettive e competenze all’interno di una partnership può stimolare la creatività e portare a soluzioni innovative.
In terzo luogo, la collaborazione con istituti di ricerca e università consente alle PMI di accedere a expertise specializzate e a risorse di ricerca avanzate. Questa sinergia tra il settore privato e quello accademico può portare a una migliore comprensione delle nuove tecnologie e delle tendenze di mercato, nonché a opportunità di formazione e sviluppo professionale per il personale aziendale.
Infine, le partnership possono offrire vantaggi in termini di risparmio dei costi e di condivisione dei rischi e possono anche contribuire a rafforzare la posizione competitiva delle PMI sul mercato. Questo può tradursi in una maggiore quota di mercato e in opportunità di crescita a lungo termine per le imprese coinvolte.