Giornata mondiale dell’accessibilità: il ruolo della comunicazione inclusiva

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Ogni anno, nel mese di maggio, si celebra la Giornata Mondiale dell’Accessibilità (Global Accessibility Awareness Day – GAAD), il momento perfetto per fermarci a riflettere su quanto sia importante costruire un mondo, anche digitale, che sia davvero accessibile a tutte e tutti.
Ma cosa significa davvero “accessibilità digitale”? E perché, ad oggi, questa giornata ha assunto un ruolo tanto importante?
L’accessibilità digitale è molto più di una buona pratica o di un obbligo normativo: è una scelta di comunicazione inclusiva, che permette anche a persone con disabilità – visive, uditive, cognitive o motorie – di navigare, leggere, acquistare, informarsi e partecipare pienamente alla vita online. In altre parole, significa garantire che siti web, app, piattaforme e contenuti digitali siano progettati per tutti, senza barriere.
Se ci guardiamo intorno, sarà chiaro che il digitale è diventato il principale veicolo di comunicazione, commercio e relazione. Ignorare l’accessibilità non è solo ingiusto… È anche poco etico e produttivo!
Noi, come agenzia di digital marketing, sentiamo la responsabilità – e l’opportunità – di promuovere e realizzare soluzioni che abbraccino i principi dell’universal design.
Ecco perché lavoriamo pensando alle esigenze di tutti, fin dall’inizio e ci teniamo a proporvi approfondimenti sul tema, come quello che troverete nelle prossime righe.

Universal Design: progettare contenuti e ambienti accessibili
L’Universal Design deve essere visto come una filosofia che mette al centro le persone, tutte. Grazie ad esso è possibile pensare, fin dall’inizio, a soluzioni che possano essere utili, fruibili e comprensibili per il maggior numero di persone possibile, indipendentemente dalle loro abilità, età, esperienza o contesto.
L’Universal Design nasce in ambito architettonico, ma oggi si applica con forza al mondo digitale, alla comunicazione e al marketing.
Ecco i sette principi fondamentali su cui si basa:
- Equità d’uso: il design deve essere utile e commercialmente fruibile da persone con abilità diverse. Un sito web, ad esempio, deve permettere sia a un utente normodotato che a uno con disabilità visiva di accedere agli stessi contenuti senza barriere;
- Flessibilità d’uso: l’interfaccia deve adattarsi alle diverse esigenze. Pensiamo a un sito che permette sia la navigazione da mouse che da tastiera, o a contenuti fruibili sia tramite testo che audio;
- Uso semplice e intuitivo: la comunicazione deve essere comprensibile per tutti, senza richiedere conoscenze o esperienze particolari. Un’interfaccia confusa o troppo tecnica può escludere molti utenti;
- Informazioni percepibili: tutti devono poter percepire le informazioni, anche se usano canali diversi. Ad esempio, i sottotitoli aiutano chi ha disabilità uditive, le descrizioni alternative aiutano chi usa uno screen reader;
- Tolleranza all’errore: un sistema ben progettato riduce al minimo i rischi di errore e offre soluzioni di recupero. Pensa a un form che segnala subito se manca un campo obbligatorio, senza costringere l’utente a ricominciare da capo;
- Basso sforzo fisico: l’interazione deve richiedere il minimo sforzo fisico. Ad esempio, pulsanti facilmente cliccabili, percorsi brevi e chiari, menu accessibili senza movimenti complessi;
- Dimensioni e spazi adeguati: gli spazi devono essere comodi e accessibili anche per chi usa dispositivi assistivi o ha limitazioni motorie. In ambito digitale, significa progettare layout responsive e ben leggibili su tutti i dispositivi.
Insomma, l’Universal Design è la bussola da seguire per creare contenuti e prodotti che parlino al mondo intero.
L’accessibilità digitale come diritto e valore universale anche per i grandi brand
Comunicare bene, oggi, significa considerare tutti. Non si tratta solo di “fare la cosa giusta”, ma di riconoscere che l’accessibilità digitale è un diritto fondamentale, esattamente come lo è poter accedere a un edificio pubblico, prendere un mezzo di trasporto o leggere un’informazione sanitaria.
In questo senso, la Giornata Mondiale dell’Accessibilità ci ricorda che il digitale deve essere uno spazio aperto, equo e senza ostacoli.
Questo è il cuore della comunicazione inclusiva.
E non si tratta di teoria, brand di primo livello hanno già capito che l’accessibilità è anche un vantaggio competitivo.
Apple, ad esempio, ha integrato da anni soluzioni di accessibilità avanzate nei suoi dispositivi, rendendo l’interazione intuitiva per chiunque. Microsoft ha una divisione dedicata all’inclusione digitale e ha sviluppato il noto Xbox Adaptive Controller. Netflix, dal canto suo, ha ampliato enormemente l’offerta di contenuti accessibili con audiodescrizioni e sottotitoli personalizzabili.
È tempo di cambiare punto di vista e la Giornata Mondiale dell’Accessibilità è il momento perfetto per iniziare a farlo!

Accessibilità digitale e marketing: quando l’inclusione fa bene al business
Andando più nel lato tecnico, possiamo affermare che parlare di accessibilità digitale significa anche parlare di strategia, performance e conversioni.
Pensaci bene… Quando più persone riescono a fruire dei contenuti online – senza barriere visive, uditive, motorie o cognitive – l’impatto della comunicazione cresce in maniera esponenziale. No pensi?
Quindi stiamo parlando di più contatto, più engagement, più possibilità di creare relazioni autentiche con il proprio pubblico!
Un sito accessibile raggiunge un pubblico più ampio e questo non solo aumenta la base potenziale di utenti, ma migliora anche la qualità dell’interazione. Un’interfaccia chiara, navigabile, leggibile e coerente – pensata secondo i principi dell’Universal Design – rende l’esperienza utente (UX) più fluida per tutti, anche per chi non ha una disabilità. È il classico esempio di “miglioramento trasversale”, ovvero progettare per l’inclusione porta benefici generalizzati.
E c’è di più.
Google premia i siti accessibili.
Le linee guida SEO attuali riconoscono l’importanza di testi ben strutturati, immagini con alternative testuali (alt text), corretta gerarchia dei titoli, tempi di caricamento ottimizzati e buona usabilità da tastiera. Tutti elementi non di poco conto, anche nei criteri di accessibilità. Questo significa che un sito accessibile non solo comunica meglio, ma scala anche maggiormente i motori di ricerca.
In altre parole, l’accessibilità diventa un vantaggio da giocare contro i competitor.
L’accessibilità digitale, quindi, è anche un acceleratore di risultati.
Il mercato è affollato e l’attenzione dell’utente è limitata, pertanto fare la differenza passa anche (e soprattutto) dalla qualità dell’esperienza. Investire in comunicazione inclusiva e in progettazione accessibile è una scelta lungimirante. È la dimostrazione che si può unire impatto sociale e successo commerciale.
Perché, alla fine, progettare per tutti è un vantaggio per tutti – utenti, aziende, motori di ricerca e società.
5 Consigli per una comunicazione davvero inclusiva
Spesso si pensa che rendere un sito accessibile sia complicato, tecnico, riservato a pochi esperti. In realtà, ci sono azioni semplici e concrete che chiunque lavora nella comunicazione digitale può mettere in pratica per rendere i contenuti più fruibili e inclusivi.
Che tu stia scrivendo un post, progettando una landing page o gestendo un e-commerce, ricordati che l’accessibilità digitale non è un’aggiunta, è una buona abitudine.
Seguire i principi dell’universal design significa garantire a tutti – anche a chi ha disabilità visive, uditive, cognitive o motorie – un’esperienza completa, chiara e senza barriere.
Il risultato? Migliore esperienza utente, maggiore engagement, migliore SEO e un impatto positivo sulla tua comunicazione inclusiva.
Ecco 5 consigli pratici da cui puoi partire oggi stesso!
Inserisci sempre testi alternativi per le immagini
I testi alternativi (o alt text) sono brevi descrizioni che accompagnano le immagini all’interno di un sito web. Non sono visibili all’utente medio, ma sono fondamentali per chi utilizza screen reader, come le persone cieche o ipovedenti. Questo semplice campo descrittivo permette ai dispositivi assistivi di “leggere” il contenuto dell’immagine, rendendola accessibile anche a chi non la può vedere.
Ma non basta “mettere qualcosa”. Un testo alternativo efficace deve essere descrittivo ma conciso, deve spiegare l’essenza dell’immagine e, soprattutto, avere senso nel contesto della pagina. Se l’immagine è puramente decorativa, puoi usare un alt vuoto (alt=””) per evitare distrazioni. Se invece l’immagine contiene testo, assicurati che quel testo sia presente anche in forma leggibile nel contenuto.
Cura il contrasto dei colori e la leggibilità dei font
Una delle barriere più comuni (e facili da rimuovere) riguarda i colori e i caratteri tipografici. Un contrasto insufficiente tra testo e sfondo può rendere i contenuti difficili da leggere per chi ha disabilità visive o disturbi legati alla percezione dei colori. Ad esempio, testo grigio chiaro su sfondo bianco è un incubo per molti utenti.
Le linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) raccomandano un rapporto minimo di contrasto pari a 4.5:1 per i testi normali. Esistono tool gratuiti, come WebAIM Contrast Checker, per verificare rapidamente se i tuoi colori sono accessibili.
Allo stesso modo, usa font leggibili e dimensioni adeguate: evita caratteri troppo decorativi o troppo piccoli. Prediligi sans serif semplici (come Arial, Open Sans, Roboto) e dimensioni minime di 16px per il corpo del testo.
Queste scelte migliorano l’esperienza utente per tutti – non solo per chi ha una disabilità – e comunicano attenzione e cura nei dettagli.
Struttura i contenuti con titoli, paragrafi e link descrittivi
Un contenuto ben strutturato non solo è più facile da leggere, ma anche da navigare. Le persone con disabilità cognitive, disturbi dell’attenzione o che utilizzano tecnologie assistive (come screen reader) si orientano nel testo attraverso la gerarchia visiva e semantica: titoli ben marcati (H1, H2, H3), paragrafi brevi, punti elenco.
Utilizza titoli chiari e coerenti: servono per organizzare, ma anche per guidare la lettura. Paragrafi troppo lunghi confondono, suddividili in blocchi tematici.
Attenzione anche ai link! Evita quelli generici come “clicca qui” o “leggi di più”. Preferisci testi descrittivi, tipo “Scopri la guida all’accessibilità digitale” o “Scarica il nostro whitepaper sull’universal design”. Questo aiuta chi usa screen reader a comprendere il contesto del link senza dover leggere tutta la frase.
Queste scelte rendono i tuoi contenuti più usabili, più inclusivi e anche più ottimizzati per i motori di ricerca, che leggono e valorizzano la struttura semantica della pagina.
Verifica sempre la navigazione da tastiera
Un sito accessibile deve poter essere navigabile anche solo con la tastiera, senza bisogno del mouse. Questo è essenziale per chi ha disabilità motorie o utilizza tecnologie assistive. Purtroppo, molti siti non superano questo test basilare.
Fai una prova: visita il tuo sito e naviga usando solo il tasto Tab. Riesci a passare da un link all’altro? Il focus visivo (il bordo o lo sfondo evidenziato) è sempre visibile? I menù a tendina funzionano?
Ogni elemento interattivo – link, bottoni, moduli – deve essere accessibile e attivabile da tastiera. Inoltre, l’ordine del focus deve essere logico: ad esempio, non dovrebbe “saltare” da un punto all’altro della pagina.
Anche i moduli di contatto o checkout devono rispettare questo principio. Errori come campi non etichettati o pulsanti non accessibili sono frequenti, ma facilmente evitabili.
Assicurarsi di una buona navigabilità da tastiera migliora la UX, evita abbandoni e rende il sito conforme agli standard internazionali. Un piccolo test che può fare una grande differenza!
Usa strumenti per testare e monitorare l’accessibilità
Infine, ricordati che l’accessibilità è un percorso, non un risultato una tantum. Per fortuna, esistono strumenti gratuiti e affidabili che ti aiutano a verificare il livello di accessibilità dei tuoi contenuti digitali.
Alcuni strumenti utili includono:
- WAVE (Web Accessibility Evaluation Tool): analizza una pagina e segnala errori di accessibilità;
- Lighthouse (integrato in Chrome): valuta performance, SEO e accessibilità;
- axe DevTools: ottimo per sviluppatori e per il debug dei problemi di accessibilità;
- NVDA o VoiceOver: screen reader gratuiti per testare la fruizione audio dei tuoi contenuti.
Usare questi strumenti con regolarità ti permette di intercettare problemi prima che diventino criticità, e di migliorare progressivamente la qualità e l’inclusività del tuo sito o dei tuoi contenuti.
Dal 2025, con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, l’accessibilità digitale passerà dall’essere una buona pratica a diventare un vero e proprio obbligo legale per molte aziende e settori.
Aspettare la scadenza normativa può essere un grande errore: agire oggi significa essere già un passo avanti. Inizia ora a rendere i tuoi contenuti accessibili affidandoti ad esperti del settore.
Softweb è in grado di accompagnarti in un percorso concreto, strategico e personalizzato verso un digital più equo, efficace e a prova di futuro.
