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European Accessibility Act 2025: come adattarsi alle nuove regole sull'Accessibilità Digitale

Tabella dei Contenuti

Viviamo in un’epoca in cui gran parte dei servizi, delle comunicazioni e delle relazioni sociali avvengono in rete. Dalle app di messaggistica alle piattaforme di e-commerce, passando per i servizi bancari online e i siti della Pubblica Amministrazione

Ma queste innovazioni, sono fruibili da tutti? Sono fruibili da persone con disabilità visiva, uditiva o motoria, nonché da coloro che hanno esigenze particolari o un livello di alfabetizzazione informatica ridotto?

Mmm… In molti casi, la risposta è… NO!

L’EAA (European Accessibility Act) nasce proprio con l’obiettivo di garantire standard comuni che promuovano l’accessibilità digitale in tutta l’Unione Europea

A partire dal 2025, le nuove regole introdotte dall’atto normativo richiederanno che molti prodotti e servizi, sia pubblici sia privati, rispettino requisiti di inclusività. 

Ecco che, finalmente, l’accessibilità non è più un’opzione o un atto di buona volontà, ma un requisito formale e imprescindibile per chiunque operi nel digitale. 

European Accessibility Act 2025: perché è così importante?

Cominciamo a impreziosire questo approfondimento sul tema EAA, con un’informazione fondamentale: ci sono oltre 100 milioni di persone con disabilità in Europa. Garantire che possano accedere alle stesse opportunità online significa assicurare pari diritti e dare un contributo tangibile alla loro inclusione sociale. 

Inoltre, l’accessibilità digitale è un vantaggio che si estende ben oltre la popolazione con disabilità: pensiamo a persone anziane, a chi ha connessioni internet lente o dispositivi datati. Rendere i servizi online più semplici e intuitivi agevola chiunque, migliorando la user experience e contribuendo a creare una cultura digitale più consapevole.

L’European Accessibility Act, nel dettaglio, è una direttiva europea pensata per eliminare o ridurre le barriere digitali e favorire l’armonizzazione delle regole sull’accessibilità in tutto il mercato europeo

In passato, ogni Stato membro poteva avere leggi e normative proprie per definire quali fossero i criteri minimi di accessibilità e come dovessero essere implementati. Questa frammentazione creava confusione, costi aggiuntivi e differenze qualitative a seconda del Paese in cui ci si trovava. Con l’EAA, l’Unione Europea cerca invece di stabilire uno standard condiviso, chiaro e uniforme.

Dal punto di vista pratico, l’EAA richiede che:

  • Prodotti e servizi digitali soddisfino requisiti di accessibilità ben definiti.
  • Le aziende e gli enti pubblici adottino linee guida riconosciute a livello internazionale, come le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines).
  • Vengano introdotte misure di vigilanza e controllo per verificare il rispetto delle normative, con la possibilità di sanzioni in caso di non conformità.

L’obiettivo principale è quello di creare un mercato unico più inclusivo, in cui la libertà di circolazione di beni e servizi non sia ostacolata da barriere digitali. Così, un servizio o un prodotto conforme in un Paese, risulterà automaticamente adeguato alle normative degli altri Stati membri. 

Questo approccio “one size fits all” semplifica notevolmente il lavoro di imprese e organizzazioni che operano in più Paesi europei, riducendo la burocrazia e assicurando un livello di tutela omogeneo per tutti i cittadini.

È importante anche sottolineare che l’EAA non si limita a imporre obblighi, ma offre un quadro di riferimento utile per incentivare l’innovazione e la sperimentazione di soluzioni inclusive. A lungo termine, aziende e istituzioni potranno beneficiare di un pubblico più ampio e di una reputazione più solida, in quanto particolarmente attente ai temi di inclusività e disabilità digitale.

EAA e ambiti coinvolti dalla direttiva europea

La portata dell’EAA è ampia e riguarda numerosi ambiti della vita quotidiana. In particolare, i settori coinvolti includono:

  • Servizi bancari e finanziari: come i bancomat, i sistemi di pagamento online e gli home banking;
  • Piattaforme di e-commerce: i negozi online dovranno rispettare parametri di leggibilità e interazione facilitata per garantire accessibilità alle persone ipovedenti o con altre disabilità;
  • Siti web della Pubblica Amministrazione: dai portali comunali ai servizi di prenotazione sanitaria online, passando per quelli di istruzione o servizi di pagamento di tributi;
  • Prodotti di elettronica di consumo: dispositivi smart, app e altri servizi di comunicazione elettronica dovranno garantire un certo livello di conformità agli standard di accessibilità;
  • Servizi di trasporto e biglietterie online: incluse le applicazioni per prenotare viaggi, consultare orari di treni, autobus e aerei.

È bene comprendere che il termine “prodotti digitali” non si limita soltanto ai siti web o alle app mobili, ma comprende dispositivi e terminali vari, come ad esempio:

  • Distributori automatici di biglietti per i trasporti pubblici.
  • Sistemi di self-checkout nei supermercati.
  • Pannelli interattivi in spazi pubblici come musei, aeroporti, stazioni ferroviarie.
  • Sistemi informativi digitali in ambito ospedaliero.

L’EAA mira a creare un ecosistema in cui tutti questi strumenti rispettino principi di “universal design”. Anche le persone con disabilità visiva, uditiva o motoria, così come coloro che sperimentano barriere linguistiche, devono poter interagire con facilità e autonomia.

La direttiva prevede che gli Stati membri adeguino le rispettive normative nazionali entro un termine stabilito, così da essere pienamente operativi nel 2025. In sostanza, le aziende e gli enti hanno ancora un breve margine di tempo per aggiornare sistemi, interfacce e prodotti, ma è essenziale cominciare subito a lavorare sull’analisi delle possibili criticità

Le WCAG sviluppate dal W3C… Le devi conoscere!

Le WCAG non sono altro che brevissime linee guida web utili per garantire l’accessibilità dei contenuti online.

Esse sono state sviluppate dal W3C (World Wide Web Consortium) e il loro scopo è fornire raccomandazioni tecniche che consentano di rendere i contenuti online più fruibili da parte di persone con disabilità. 

Le WCAG si basano su quattro principi fondamentali (POUR):

  1. Percepibile (Perceivable): l’informazione e i componenti dell’interfaccia utente devono essere presentati in modo che possano essere percepiti da tutti;
  2. Utilizzabile (Operable): i controlli e i componenti dell’interfaccia devono poter essere utilizzati da chiunque, senza richiedere azioni impossibili o difficili per determinate disabilità;
  3. Comprensibile (Understandable): le informazioni e il funzionamento dell’interfaccia devono essere chiari e non ambigui;
  4. Robusto (Robust): il contenuto deve essere interpretabile da un’ampia gamma di user agent, inclusi gli screen reader e altre tecnologie assistive.

All’interno delle WCAG esistono livelli di conformità crescenti (A, AA e AAA), che stabiliscono la profondità con cui vengono implementati gli standard di accessibilità. Le normative europee spesso richiedono quantomeno il livello AA, considerato il giusto equilibrio tra fattibilità e inclusività.

Accessibilità strumenti online: entra in gioco anche “ARIA”

ARIA è un set di specifiche tecniche che fornisce attributi per rendere le applicazioni web più accessibili a chi utilizza tecnologie assistive, come gli screen reader

Nello sviluppo di interfacce moderne, spesso ricche di elementi dinamici (slideshow, menu a comparsa, contenuti interattivi), ARIA permette di etichettare correttamente i componenti in modo che siano riconosciuti e interpretati correttamente dai lettori di schermo:

  • Ruoli (Roles): specificano la funzione di un elemento (es. pulsante, finestra di dialogo, barra di scorrimento);
  • Stati (States): indicano condizioni momentanee di un elemento (es. se un pulsante è premuto o se un modulo è disabilitato);
  • Proprietà (Properties): forniscono informazioni aggiuntive sugli elementi (es. etichette testuali alternative).

Integrare correttamente ARIA aiuta a superare le limitazioni dell’HTML tradizionale e a garantire che gli utenti con disabilità visiva o motoria possano navigare in maniera fluida, utilizzando strumenti appositi.

Oltre agli standard tecnici, esistono linee guida più generali per la progettazione di interfacce e contenuti. 

Queste raccomandazioni includono:

  • L’uso di un contrasto cromatico adeguato per agevolare persone ipovedenti.
  • La possibilità di ingrandire i caratteri senza perdere la struttura dell’interfaccia.
  • La semplicità del linguaggio, per rendere i contenuti comprensibili anche a chi ha difficoltà di lettura o di apprendimento.
  • La coerenza della navigazione: menu, intestazioni e struttura devono essere organizzati in modo logico e prevedibile.

Entrata in vigore dell’EAA: occhio a fare i furbetti!

Con l’entrata in vigore dell’EAA, imprese ed enti pubblici si troveranno ad affrontare obblighi vincolanti in materia di accessibilità digitale. Ciò significa che potrebbero essere introdotti sistemi di sanzioni, ispezioni e controlli, volti a verificare la conformità dei prodotti e dei servizi offerti. 

Il mancato adeguamento può comportare multe significative e danni economici conseguenti. Può essere compromessa anche la reputazione, portando a possibili cause legali. Altra conseguenza negativa è l’esclusione da bandi pubblici o da mercati in cui l’accessibilità è un requisito essenziale.

Le aziende che trascurano le nuove disposizioni dell’EAA si espongono, quindi, anche a una perdita di opportunità di business.

Nuove disposizioni EAA: che significa in termini pratici?

Per molte organizzazioni, specialmente quelle più grandi o con infrastrutture IT complesse, l’adeguamento all’EAA non sarà un semplice “ritocco” grafico o un cambiamento marginale nel codice. 

Potrebbe richiedere, invece, una revisione strategica dei processi di sviluppo, delle metodologie di test e delle politiche interne di gestione dei contenuti.

Ad esempio:

  • Aggiornamento dei CMS (Content Management System) per gestire correttamente tag e attributi ARIA;
  • Formazione del personale per sensibilizzare gli sviluppatori e i content editor sulle buone pratiche di inclusività;
  • Adozione di nuovi strumenti di verifica automatica e manuale, per identificare e risolvere le barriere digitali più comuni;
  • Collaborazione con esperti di user experience e di disabilità digitale per ottimizzare l’usabilità delle interfacce.

Non bisogna poi dimenticare che le aziende e le PA dovranno mantenere costantemente monitorati i propri contenuti, dato che l’aggiornamento del sito o di un’app può introdurre nuove barriere se non vengono seguiti gli standard. L’EAA richiede quindi un’attenzione continua, non un semplice intervento “una tantum”.

EAA… Come capire a che punto sono?

Per iniziare a valutare il livello di accessibilità del proprio sito o della propria app, esistono diversi strumenti online che effettuano un’analisi automatica del codice. Alcuni di questi sono gratuiti e forniscono un primo riscontro sulle aree critiche. 

Tuttavia, è bene ricordare che i tool automatici non coprono il 100% delle casistiche e dei potenziali problemi. 

Ecco alcuni esempi di strumenti utilizzabili:

  • WAVE: un’estensione browser che evidenzia le principali barriere di accessibilità in una pagina web;
  • AXE: un motore di analisi che può essere integrato nei processi di sviluppo e test continuo;
  • Siteimprove: una piattaforma professionale che oltre all’accessibilità controlla anche SEO e qualità dei contenuti.

Al di là degli strumenti automatici, è essenziale effettuare test manuali e, possibilmente, coinvolgere persone reali con disabilità visiva, uditiva o motoria

Un audit completo dovrebbe quindi combinare:

  • Revisione tecnica per controllare il markup e la struttura del codice.
  • Analisi dell’interfaccia per valutare la facilità di navigazione.
  • Test con tecnologie assistive, come screen reader (ad esempio NVDA o JAWS), ingranditori di schermo e comandi vocali.
  • Interviste o sessioni di user testing con un campione di utenti rappresentativo.

Per chi desidera approfondire e tenere sempre aggiornate le proprie conoscenze, ecco alcune risorse fondamentali:

  • W3C Web Accessibility Initiative (WAI): il sito ufficiale del W3C dedicato all’accessibilità fornisce materiali, articoli e documenti tecnici;
  • European Commission – Digital Accessibility: la Commissione Europea rende disponibili guide pratiche e aggiornamenti legislativi;
  • Formazione e corsi online: numerose piattaforme offrono corsi specifici sulle WCAG, su ARIA e sull’accessibilità in generale. Investire nella formazione interna aiuta a creare una cultura aziendale sensibile e competente in materia.

Non meno preziose le consulenze professionale, richieste a esperti del settore.

In questo percorso di conformità, Softweb, grazie a una profonda esperienza è in grado di supportare le aziende e le Pubbliche Amministrazioni nell’adeguamento alle normative, mettendo a disposizione un approccio che coniuga competenza tecnica, formazione e sensibilità verso le esigenze degli utenti con disabilità.